Aneurismi cerebrali

Gli aneurismi cerebrali sono delle dilatazioni circoscritte delle arterie intracraniche, che più frequentemente presentano una forma sacculare. Nel corso del tempo la parete dell’aneurisma, più esile per la perdita della componente elastica, può progressivamente sfiancarsi e rompersi, provocando pertanto un’emorragia cerebrale, definita emorragia sub aracnoidea (ESA). Tale evenienza presenta un’incidenza annua di 10-15 casi su 100000 persone, ma in realtà alcuni studi autoptici dimostrano come 5 persone su 100 siano portatrici di un aneurisma cerebrale. Nei casi di rottura dell’aneurisma la sintomatologia è caratterizzata dalla comparsa di un’intensa cefalea che può associarsi a stato di sopore e/o deficit neurologici focali. Due terzi dei pazienti con ESA muoiono o presentano deficit neurologici invalidanti. Attualmente, grazie alle moderne tecniche di imaging (RM cerebrale, Angio-TC cerebrale), si è assistito ad un importante aumento dei casi di aneurisma non rotto diagnosticati in maniera accidentale o per la comparsa di sintomi minori. In altre situazioni, quando l’aneurisma è di grandi dimensioni (diametro maggiore di 2,5 cm) o è localizzato vicino ai nervi cranici, seppur non rotto, può provocare sintomi da compressione come per esempio deficit dei movimenti oculari e/o calo del visus.
Il trattamento dell’aneurisma ha come obiettivo l’esclusione della sacca dal circolo arterioso normale, impedendone così il risanguinamento Le tecniche di trattamento attualmente disponibili sono due: ENDOVASCOLARE e CHIRURGICA.
La TECNICA ENDOVASCOLARE, eseguita dai Neuroradiologi Interventisti, consiste nell’inserimento di un microcatetere a livello dell’inguine nell’arteria femorale e che, procedendo nell’albero vascolare, raggiunge progressivamente il distretto arterioso intracranico e più specificatamente l’arteria cerebrale interessata dall’aneurisma. In prossimità del suo colletto vengono rilasciate delle microspirali metalliche (COILS) che progressivamente riempiono la cavità aneurismatica. Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo tecnologico, è possibile impiantare lungo l’arteria, sede dell’aneurisma, una “guaina metallica” (STENT FLOW DIVERTER) che ricostruisce la parete normale del vaso ed evita che il flusso ematico scorra all’interno della malformazione. I vantaggi della metodica sono principalmente la minore invasività legata all’assenza della necessità di aprire la scatola cranica ed esporre il parenchima cerebrale. D’altro canto l’utilizzo della tecnica endovascolare espone il Paziente ad una più alta percentuale di incompleta obliterazione dell’aneurisma con conseguente rischio di riabitazione a distanza.
La TECNICA CHIRURGICA, eseguita dal Neurochirurgo, consiste in un intervento microchirurgico con tricotomia limitata, ridotta apertura del cranio (variabile in base alla sede dell’aneurisma), utilizzo di corridoi naturali (cisterne aracnoidee) senza aggressione diretta del tessuto cerebrale. Una volta raggiunto l’aneurisma si posiziona una o più CLIPS (mollette in titanio) alla base del colletto della malformazione, avendo cura di mantenere integro il vaso portante e i vasi vicini. Il vantaggio principale della chirurgia è quello di ottenere un’esclusione completa della sacca aneurismatica nella quasi totalità dei casi. Per alcuni tipi di aneurismi tuttavia l’invasività chirurgica è sicuramente superiore a quella endovascolare.
Nel nostro centro è presente costantemente un’equipe di Neuroradiologi e Neurochirurghi che, una volta diagnosticata la presenza di un aneurisma, considerate le sue caratteristiche (sede, morfologia, dimensioni, conformazione del circolo) e la storia clinica del Paziente (età, comorbidità, stato neurologico), propone ed effettua il trattamento ottimale, individualizzato al singolo caso. La continua e costante collaborazione tra le diverse figure professionali ci permette di ridurre al minimo i rischi e le complicanze della patologia aneurismatica, da sempre ritenuta pericolosa e mortale.
Dopo l’intervento sia chirurgico che endovascolare, se il Paziente non presenta alcuna complicanza, si mobilizza nell’arco di 24-48h e viene dimesso dal reparto di Neurochirurgia dopo 5-7 giorni. Viene quindi effettuata una visita neurochirurgica di controllo dopo circa 30 giorni, nella quale si valuta e si concorda l’ulteriore follow-up Neuroradiolgico (soprattutto per gli aneurismi embolizzati). Gli esami programmati (TC, angio-RM cerebrale), sono successivamente visionati sempre dalla stessa equipe che ha trattato il Paziente e che perciò lo seguirà nel corso degli anni.

aneurisma TAC angiografia

A. Tac cerebrale che mostra la presenza di emorragia subaracnoidea.
B. angiografia 3D che mostra un aneurisma dell’arteria cerebrale media di destra.
C. TAC post-operatoria: l’aneurisma è stato chiuso con una clip metallica.

aneurisma clip

Immagini intraoperatorie. A sinistra è ben evidente un aneurisma dell’arteria comunicante anteriore. A destra: l’aneurisma viene chiuso con una clip metallica.

Aneurisma-approccio sopracigliare

L’immagine intraoperatoria a sinistra mostra il caso di un aneurisma (dentro al cerchio nero) già trattato mediante spirali , le quali sono fuoriuscite in parte dall’aneurisma (freccia nera). Al centro: l’aneurisma viene quindi trattato con tecnica microchirurgica ed approccio mininvasivo posizionando una clip sul colletto (freccia nera). A destra la piccola incisione utilizzata per effettuare l’intervento.

Aneurisma arteria basilare endovascolare

A. Angiografia 3D che mostra un aneurisma dell’arteria pericallosa (all’interno del cerchietto rosso). B. immagine intraoperatoria che mostra il posizionamento di spirali-trattamento endovascolare-all’interno dell’aneurisma. C. A fine procedura l’aneurisma è stato riempito di spirali ed è stato quindi chiuso